Cos'è
Martedì 4 novembre alle 18.15 all’Odeo del Teatro Olimpico, Giorgio Ceraso, con l’ausilio di immagini, accompagnerà i presenti in una passeggiata virtuale alla ricerca di quello che è rimasto delle mura e delle porte della città di Vicenza.
Primo percorso sarà la cinta di età romana, (ritrovamenti in contra' mure Pallamaio, piazza Matteotti, contra' Canove Vecchie e contra' mura porta Castello), cui seguirà quello relativo alle mura altomedievali (X sec. - seconda metà XIII sec), prima importante cerchia a custodia di quello che oggi è il centro storico. Questo itinerario inizierà da porta Castello, tuttora esistente ancorché modificata e parte di una poderosa struttura difensiva voluta dagli Scaligeri, signori di Vicenza dal 1311 al 1387, per proseguire quindi verso sud, dove si apriva la porta Feliciana, ancora parzialmente visibile, così come si potranno ammirare le mura inserite nella facciata di casa Sperotti, quasi a confine con ponte Furo, nell’omonima contrà, e quelle in piazzola san Giuseppe. Subito dopo, il massiccio porton del Luzo, che si apriva verso le pendici di Monte Berico, seguito dalle mura felicemente riutilizzate nella casa Zamberlan-Farina e in quella in angolo tra contrà mure san Michele e piarda Fanton. Nulla è rimasto del tratto che, attraversando largo Goethe, si inoltrava lungo contra' Canove. Scarsi resti sono visibili in contra' Pedemuro san Biagio, mentre significativi tratti appaiono in contrà porta Castello, da dove è iniziato il percorso.
Sviluppatasi la città fuori dal perimetro altomedievale a partire dalla seconda metà dell’XI, gli abitanti dei nuovi insediamenti reclamavano protezione. Ecco perciò che gli Scaligeri provvidero ad erigere due apparati murari a difesa dei nuovi borghi. Nel 1370 si iniziò con di quello a est, con la cinta che abbracciava Borgo san Pietro. Dall’attuale contra' Torretti la cerchia raggiungeva la manomessa porta santa Lucia e proseguiva per il tratto ancora abbastanza integro di via Ceccarini, via Legione Gallieno, contra' mure santa Lucia, contra' mure porta Padova e viale Margherita, per terminare a confine con la sponda sinistra del Bacchiglione in via Nazario Sauro. Seguì, a nord-ovest, tra il 1370 e il 1381, il secondo circuito murario scaligero, a difesa di Borgo di Portanova o di San Rocco, che si sviluppava da ponte delle Bele fino a congiungersi a contra' Pedemuro san Biagio con la cinta altomedievale. In questo tratto costituiscono eccellenti testimonianze il fortilizio della Rocchetta e l’infilata delle mura in viale Mazzini fino a porta Santa Croce. Testimonianze dell’opera si ammirano pure negli edifici lungo il Bacchiglione e in contra' mure dei Carmini.
La Serenissima, che tenne la città dal 1404 al 1797, approntò, a sua volta, due ulteriori sistemi difensivi. A sud-est fu fortificato il Borgo Berga, dalla sponda destra del Bacchiglione, suppergiù all’altezza dell’ex macello, fino, verso nord, alla cinta altomedievale passante per contra' ponte Furo. Tuttora conservati i tratti che costeggiano il Retrone a viale Margherita, mentre se ne intravvedono altri, più o meno distintamente, lungo viale del Risorgimento, via san Silvestro e Santa Libera.
Rimaneva da proteggere il Borgo Pusterla a nord. Si iniziò con l’allestire, nel 1435, porta san Bortolo, giunta fino a noi, ancorché scapitozzata e mutila. Testimonianze dell’intervento si colgono lungo viale Rodolfi, mentre nel 1509 da porta san Bortolo a porta Santa Croce vennero eretti cinque torrioncini, due dei quali (il primo e l’ultimo) giunti sino a noi, collegati da terrapieni.
Quello che oggi rimane delle mura è, perciò, molto di più di quanto non si pensi.
A corredo ci saranno immagini e documentazione fotografica.
Interverrà anche l'assessore ai servizi demografici Leonardo Nicolai, presidente della commissione toponomastica.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
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